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Sella del Diavolo – Minitrek di Santo Stefano con discesa alla Grotta dei Colombi

ATTIVITA’: Trekking – Esercitazione esterna su roccia con tecniche speleo.
DATA: 26-12-2007
COMUNE: Cagliari
LOCALITA’: Sella del Diavolo
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Falesie della Sella del Diavolo e Grotta dei Colombi
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Lucio Mereu
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Lucio M., Gino B., Francesca M., Raffaele S., Cinzia, Maria Cristina F., Massimiliano M. e Andrea L., tutti GSAGS

Quale miglior modo per trascorrere Santo Stefano e smaltire le calorie assunte con i bagordi natalizi? Inutile dire che il mio utopistico intento di dimagrire – addirittura!!! – è andato miseramente fallito; il fatto è che ho appreso fin troppo bene i fondamentali insegnamenti dello Spano in materia di alimentazione in (ma soprattutto fuori) grotta.
La mia giornata è incominciata all’alba con una puntatina alla rinomata pasticceria del paese dove ho ingaggiato una vittoriosa lotta con l’esterrefatta commessa  che non si capacitava che volessi infilare a forza una decina di paste dentro un contenitore frigo in plastica anziché confezionate in un grazioso e infiocchettato (oltreché poco resistente agli sballottamenti)  pacchetto natalizio. Col profumo delle paste appena sfornate il viaggio sulla 131 è incredibilmente piacevole!!
Naturalmente Lucio, puntualissimo, è già al capolinea di Calamosca ad aspettare gli altri; con lui Gino, subito raggiunto da Raffaele e Cinzia, poi Cristina, Massimiliano e Andrea. Di Giorgio nessuna traccia…….
Vista la bellissima giornata di sole decidiamo di fare un bel giro panoramico con foto di rito lungo le  falesie della Sella del Diavolo; prendiamo il sentiero che parte all’altezza del ristorante (bolli verdi su roccia) e che, con direzione nord nord-est,  permette di affacciarsi sul porticciolo di Marina Piccola, per poi tagliare in direzione sud-ovest verso la Grotta dei Colombi.
Una volta giunti, Lucio, da padre orgoglioso che mostra la sua creatura, m’invita a sporgermi per vedere la guglia mentre Cristina mi urla “NO!! FRANCESCAE’MEGLIODINO!!!!” evidentemente timorosa (e a ragione!) di giocarsi l’unico altro componente femminile della squadra. La sola vista della guglia, in effetti, mi ha subito fatto desiderare, nonostante la mia scarsa loquacità, di rimanere a far compagnia a Cinzia che – saggiamente – evita le discese con la conseguente risalita.
Comunque, preso il coraggio a due mani (tremanti), indosso l’attrezzatura e le ginocchiere rosse (in tinta con la felpa), riscuoto  l’apprezzamento di Lucio per la mia mise –  “Mi parisi Mazinga Zeta” – e scendo con tutti gli altri per il sentierino che porta alla base della guglia alta una quindicina di metri. Il sentierino è breve, con facili disarrampicate, ma con una cengetta che, proprio nel punto più esposto, (circa 80 a metri a picco sul mare), sadicamente diventa più bassa obbligandoti a muoverti carponi oppure a sporgerti un pochino sul vuoto facendo presa con le mani ad ogni spuntone di roccia (che ho scoperto – fortunatamente solamente poi –essere non particolarmente stabile). LUCIO. TI PREGO! TI PREGO! TI PREGO! METTI IN SICURA QUEL TRATTO; <sarà fatto prestissimo>, assicura Lucio.
Nel frattempo arriva la telefonata di Giorgio – convinto che  l’uscita fosse programmata per il 27/12 – che conta di raggiungerci in cinque – dieci minuti. Per facilitare le cose Andrea risale i pochi metri di scogliera in modo da facilitare Giorgio nell’individuazione del punto dove ci troviamo e si sbraccia nel salutare tutte le persone che per motivi escursionistici e non prendono il sentiero di Cala Fighera (rischiando di farsi tanti nuovi amici), ma di Giorgio nessuna traccia.
 Vista dal sentiero la guglia si protende dalla scogliera quasi come un ramo laterale del tipico cactus da cartone animato.
Subito Lucio, Gino e Raffaele si dividono il lavoro e armano:
1) le due vie di discesa e risalita che dalla sommità della guglia, con una serie di frazionamenti (cinque) scendono fino al mare;
2) il traverso che, partendo dalla base della guglia e girando attorno ad essa, intercetta le due vie all’altezza dell’ultimo frazionamento prima del salto da 50;
3)  la via che permette la discesa dalla sommità della guglia sino alla base della stessa.

Lucio scende per primo seguito da Raffaele evitando a tutti noi di bagnarci nel metro d’acqua che divide alcune rocce che si trovano esattamente sulla verticale dall’ingresso della grotta. Segue l’impavido ed entusiasta Massimiliano – accidenti se è bravo, sembra quasi che abbia iniziato a fare speleologia nel grembo materno, magari usando il cordone ombelicale come corda –  e la recalcitrante sottoscritta. Si tratta della mia prima esperienza di traverso. All’inizio è divertente;  il tratto meno esposto è ricco di appigli e i punti di ancoraggio della corda alla parete sono abbastanza ravvicinati cosicché è facile passare le longes. Man mano che ci si sposta verso l’esterno i punti di appiglio diminuiscono e la corda è più lasca – o almeno questa è stata la mia impressione, probabilmente condizionata  dalla vista del mare sotto di me. Fortunatamente c’è Gino – che già appeso alla seconda via – mi segue mentre monto il discensore e aspetta con santa pazienza che riesca a staccare le due longe.
Suggerimento: usare da subito la maniglia anziché faticare inutilmente per sollevarsi con le braccia.
 La corda è tanto pesante da non permettermi di scendere: in pratica uso le mani per tirare la corda verso il discensore anziché per frenare.
 Secondo suggerimento: non portarsi mai e poi mai uno zaino sulle spalle: ci si ritrova completamente sbilanciati e con i reni a pezzi! Un grazie a Gino che è sceso al mio fianco e che ha cercato di controbilanciarmi mettendo un piede contro il mio e cercando di far leva verso il basso.
.Dopo di noi arrivano Andrea e Maria Cristina, entrambi carichi di zaini e sacche speleo.
Dopo aver salutato Raffaele che risale per raggiungere Cinzia rimasta alla base della guglia, incominciamo a preparare la frugale tavola di Santo Stefano….. Ma quando mai! Elenco di seguito le varie portate:
-Antipasto di cipolline, olive carciofi e non ricordo cos’altro, frittelle di carciofi e salsiccia cotta sul momento da Lucio, aringhe marinate, pane integrale cotto in casa, verdura, mandarini, pandoro, paste e farcitura di cannoli siciliani servita in graziose e golose tazzine di cioccolata , vino e caffè. Ci rimpinziamo per bene e chiacchieriamo del più e del meno. Andrea, ancora incredulo,  ci racconta di un altro particolare incontro fatto mentre aspettava Giorgio sulla scogliera. Un non meglio precisato rapace si è posato a pochi metri da lui e gli ha permesso di avvicinarsi tanto da accarezzarlo.    

L’ora di risalire arriva in fretta. Per prima risaliamo Lucio ed io (questa volta lo zaino – grazie ai prestiti di  moschettoni e fettucce di Raffaele e Gino – pende dall’imbrago), poi Cristina e Massimiliano, e infine Gino e Andrea. Mentre noi fatichiamo con maniglia, pedalina e croll, le aringhe, evidentemente anch’esse entusiaste della bella giornata trascorsa, , decidono d’intraprendere una loro personale risalita dallo stomaco sin quasi alla gola…… Forse abbiamo mangiato un po’ troppo…..

Lucio, giusto per spezzare la monotonia della risalita,  ha previsto una variante: dopo aver faticato per una cinquantina di metri, anziché passare sul traverso dell’andata, si continua a risalire la guglia per un’altra quindicina di metri superando quattro frazionamenti per poi discendere una terza via (posta nel tratto meno esposto) che ci permette di raggiungere la base della guglia e il traverso di partenza.
Rientriamo per il sentiero che da Cala Fighera porta sino al punto in cui s’interrompe la strada percorribile in auto (piccoli segni giallo e verde) e, stanchi ma soddisfatti di come abbiamo trascorso Santo Stefano, raggiungiamo le auto che è già buio.
 Di nuovo grazie a Lucio per avere organizzato questa bellissima uscita, a Raffaele, e a Gino, Riele il fratello di Lucio e Tore Licio, per averlo aiutato ad attrezzara questa nuova Via. 
Già pregustiamo una nuova discesa, magari in periodo primaverile-estivo, per godere ancora di più di questo angolino bellissimo e difficilmente raggiungibile.

Categoria: Attività, Speleologia

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