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Grotta GEA e Ferrata del Cabirol

ATTIVITA’: Speleologia e Alpinismo
DATA: 06-07/10/07
COMUNE: Alghero
LOCALITA’: Capo Caccia
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Grotta GEA e ferrata del Cabirol
ORGANIZZATORE   DELL’USCITA: Diego vacca
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Diego Vacca, Sadia Minichini, Carlo Taccori, Alberto Piras, Francesca Mighela, Stefano Lallai, Fabio Angius, Paolo Atzori, Roberta Taccori, Paolo Labieni, Roberto Mura, tutti GSAGS

Sabato: risveglio piuttosto rilassato rispetto alle levatacce domenicali per le esplorazioni all'Imene. Partenza da casa di Diego alle 10.30 circa. In 3 ore raggiungiamo l'accogliente stazzo in quel di Fertilia in cui si scatena la vena culinaria del Diego Comandante per un pranzo con i fiocchi a base di spaghetti all'arrabbiata con tonno, olive e salsa di acciughe… indescrivibili!
Fine settimana all'insegna della piena attività, segno che non pochi di noi hanno bisogno di riprendere un pò di ritmo in vista del prossimo Corso Speleo.
Questo Sabato e questa Domenica abbiamo fatto tappa ad Alghero, culla dei fratelli Vacca. E proprio il Comandante dei due ci ha proposto questo magnifico weekend a Capo Caccia per visitare la Grotta GEA e avventurarci nella rinomata Ferrata del Cabirol. Dopo pranzo ci rechiamo a Capo Caccia e discendiamo attraverso un ripido sentiero la scogliera fronte l'isola Foradada fino a raggiungere il mare. Tuffetto, bagnetto e VIA! indossiamo la tuta e ci infiliamo tra le rocce e i buchi della scogliera calcarea, come alla ricerca di un tesoro dei pirati da scoprire. Effettivamente raggiungere l'ingresso della grotta non è semplice, fra cunicoli scavati dall'acqua sia dolce che salata, saltando tra una roccia affiorante e l'altra calcolando l'arrivo delle onde, raggiungiamo l'ultima arrampicata che cela l'ingresso del misterioso ipogeo.
Da subito la grotta si presenta molto concrezionata, scivolosa e caldissima. Attraverso alcune salite fra piccoli ambienti di crollo raggiungiamo dall'alto la frattura (evidente anche dall'esterno) sulla quale sono impostati diversi ambienti molto grandi. Qui la natura si è sbizzarrita spezzando e disassando colate e colonne la cui genesi è stata disturbata da eventi di assestamento geologico. La discesa della faglia conduce al punto più basso della piccola ma eccezionale grotta GEA che saluta i suoi visitatori con uno splendido laghetto in cui l'acqua del mare in qualche modo riesce ad arrivare mischiandosi al deposito dell'acqua che si insinua attraverso le rocce. {mosimage fr = 1} Lo specchio d'acqua è coronato da un trionfo di concrezioni aeree e subacquee e tra queste ultime sono singolari le formazioni calcaree a "pera" probabilmente dovute ai movimenti della marea. Usciamo non prima di aver portato via il nostro tesoro: qualche foto a tanta bellezza valgono quanto un forziere di monete d'oro.
Si è fatta sera e risalendo per raggiungere le macchine possiamo goderci una fantastica luce del tramonto che disegna la siluette della Foradada. Una volta tornati al podere Vacca approntiamo con maestria un ricco banchetto degno delle abitudini Spano e concludendo la giornata con un torneo di scopone scientifico.
Domenica: puntualmente manchiamo i propositi della sera prima per una sveglia ad un'ora decente ma riusciamo comunque ad organizzare rapidamente la spedizione per il Cabirol in una giornata di sole fantastica. Arrivati sul posto ci incamminiamo lungo il pendio che dalla Dragunara porta alle a pareti più alte del versante Ovest di Capo Caccia. Arrivati esattamente di fronte all'isola Foradada, ci vestiamo di tutto punto con la nostra attrezzatura alpinistica e affrontiamo i primi metri della via ferrata. Il materiale utilizzato per armare la via è tutto nuovissimo, il percorso è guidato e assicurato da ottimo cavo svedese da 12mm e in più punti affrontiamo arrampicate egregiamente assicurate da pedarole in acciaio, alcune che ricordano il pedale acceleratore del mitico Leoncino. {mosimage} Mentre inizialmente ci si presentava un percorso abbastanza facile, da metà in poi la cengia sparisce per lunghi tratti in cui la progressione avviene principalmente in sospensione sul vuoto e su pareti verticali a picco sul mare attraverso successioni di pedarole… mitico! Il percorso alto si conclude in prossimità dell'ingresso a mare delle Grotte di Nettuno con due calate in successione di 15m e 35m rispettivamente che riportano su una cengia bassa in cui il cammino di ritorno è più che agevole, protetto da corde dove necessario e rilassante al punto giusto da potersi godere lo splendido panorama. La splendida giornata si conclude di nuovo al podere Vacca davanti ad una mitica padella di alluminio colma di pennette con zucchine, cipolla, pancetta e peperoncino.
E' doveroso ringraziare prima di tutto il mitico Comandante che ci ha portati a conoscere simili bellezze e non di meno il resto della combricola Spano per la splendida compagnia del fine settimana.

Categoria: Attività, Outdoor

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