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Progetto di Rilevamento e Monitoraggio del Dispendio Energetico in Grotta: pubblicati i risultati nella rivista internazionale Plus One

Per la prima volta al mondo un gruppo di speleologi ha utilizzato, con l’ausilio di alcuni ricercatori dell’ Università di Cagliari, il metabolimetro , un apparecchio legato ad un braccio per tenere sotto controllo i vari parametri fisiologici dello speleologo, incluso il Dispendio Energetico. Il risultato della ricerca è stato pubblicato nella prestigiosa rivista internazionale Plus One . 

Partecipanti al Progetto. Hanno partecipato circa una quarantina di speleologi sardi di entrambi i sessi, di età compresa tra i 25 e i 63 anni, tutti praticanti di attività speleologica con un’esperienza variabile da meno 5 anni (25%), tra 5 e 10 anni ( 32%) e oltre 10 anni ( 43 %). Dopo una visita medica di base per accertare l’idoneità all’attività sportiva, svolta presso il laboratorio di Fisiologia dello Sport del Dipartimento di Scienze Mediche dell’ Università di Cagliari, i partecipanti sono stati valutati dal punto di vista antropometrico e valutati per quanto riguarda lo stato nutrizionale e la composizione corporea.

La Grotta del Progetto : Su Palu. La valutazione del dispendio energetico sono stati svolti presso la Grotta di Su Palu, ubicata nell’entroterra del Golfo di Orosei, nella zona centro-orientale della Sardegna. La grotta che fa parte dell’imponente sistema carsico della Codula Ilune, che si estende per 40 km ( il più vasto in Sardegna ) costituisce una delle più grandi estensioni ipogee d’Europa. E’ stata scelta per la corretta combinazione di elementi che gli speleologi di solito incontrano durante le esplorazioni. Questi includono ampi ambienti, che richiedono un equipaggiamento personale completo per la progressione su corda, grandi gallerie sub-orizzontali, passaggi stretti, fiumi sotterranei e laghi; la temperatura interna è di circa 15°.

Risultati del Progetto. Finora non esistevano dati per questa attività fisica, che si svolge in un ambiente del tutto particolare, e che coinvolge decine di migliaia di persone al mondo.  Avere informazioni precise riguardo alla fisiologia dell’esercizio in grotta è determinante per formulare dei programmi Ad Hoc per gli speleologi.

Gli Ideatori e collaboratori della ricerca. I risultati sono frutto della collaborazione di alcuni ricercatori dell’Università di Cagliari (Giorgia AntoniAndrea Rinaldi, Stefano Cabras, Antonio Crisafulli, Nicoletta Curreli, Elisabetta Marini) e alcuni collaboratori esterni, incluso un componente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna (Valerio Tuveri).

“La Sardegna possiede uno straordinario patrimonio speleologico, che costituisce un laboratorio di eccezionale rilevanza in una vasta serie di ambiti scientifici – sottolinea Giorgia Antoni, speleologa, biologa e nutrizionista, ideatrice della ricerca – Nel nostro caso, abbiamo cercato di acquisire dati su un aspetto importante ma poco noto, cioè il dispendio energetico dell’esercizio fisico in grotta, che può essere significativo per lo speleologo, vista la durata di molte esplorazioni”.

“Si tratta di un classico esempio di ricerca multidisciplinare, nella quale metodi ed approcci derivanti dall’antropologia fisica, la fisiologia, le scienze motorie, e la biologia della nutrizione hanno contribuito a fare luce (è proprio il caso di dire) sul comportamento dell’organismo umano in un ambiente dalle caratteristiche uniche, come quello della grotta – spiega Andrea Rinaldi – Siamo convinti che ci sia ancora molto da imparare, e contiamo di continuare la nostra collaborazione con gli speleologi sardi”.

Il team di ricercatori adesso focalizzerà la propria attenzione sull’analisi dei risultati della capacità fisica degli speleologi che si sono prestati allo studio. “È attualmente in stesura un ulteriore articolo dove si farà il punto sulla intensità dello sforzo sostenuto da questi soggetti durante le circa 10 ore di attività che ha richiesto l’esplorazione della grotta” aggiunge Antonio Crisafulli.

Ringraziamenti. “Un ringraziamento particolare va ai numerosi speleologi che volontariamente si sono prestati per questa attività di ricerca – conclude Antoni – Appartengono a vari gruppi speleo dell’isola, incluso il Gruppo Speleo Archeologico Giovanni Spano, l’Unione Speleologica Cagliaritana, il Centro Speleologico Cagliaritano e lo Speleo Club Oristanese”.

( foto in evidenza di Silvia Arrica – Unione Speleologica Cagliaritana )

 

Categoria: Primo Piano, Speleologia

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