Videoteca
Non solo libri ma anche video e documentari. La nostra biblioteca si arricchisce di uno spazio dedicato agli audiovisivi riguardanti tematiche di vario genere, in particolar modo speleologiche e ambientali.
Tra questi sono presenti anche alcune vecchie VHS che abbiamo digitalizzato al fine di preservarne il contenuto:
Di seguito vengono elencati alcuni dei titoli presenti nella nostra videoteca (le copertine sono cliccabili):
Il grande alpinismo |
Collana di film di storie di alpinismo e di arrampicata. 22 titoli, un mix di grandi classici dell’alpinismo e di video dei prodigi dell’arrampicata di oggi. L’opera che raccoglie i migliori film e documentari delle scalate verso le cime più alte del mondo e delle arrampicate su pareti leggendarie. Da Nanga Parbat alle imprese sul K2 da Messner a Walter Bonatti, da Alex Honnold a Chris Sharma. Un viaggio appassionante tra i miti dell’alpinismo e dell’arrampicata. |
Le leggende dell’alpinismo |
La prima collana che racconta tutte le anime dell’alpinismo. Vette mai raggiunte, momenti indimenticabili e spedizioni capaci di segnare un’esistenza per sempre. Una disciplina che fa dell’emozione la sua più grande conquista, grazie ad avventure memorabili sulle vette più ambite al mondo. Ogni dvd è un’esperienza unica che restituisce tutto il senso di un mondo vissuto in perenne spinta verso l’alto, attraverso interviste inedite, racconti straordinari e panorami mozzafiato. |
Cagliari 1943 |
Memorie di uno sfollamento, che ricostruisce l’epico spopolamento della città e la conseguente dispersione dei cagliaritani verso la campagna. Cagliari 1943. Memorie di uno sfollamento nasce da un’idea di Giampaolo Salice, storico dell’età moderna specialista nei temi dello spopolamento rurale e della colonizzazione interna, la regia è del documentarista Stefano Sernagiotto, e il documentario è stato realizzato nell’ambito di un progetto dell’Associazione Khorakhané co-finanziato dalla Fondazione di Sardegna. Questo lavoro ricostruisce lo sfollamento dei cagliaritani sia attraverso le interviste a coloro che furono protagonisti e testimoni diretti, sia grazie una puntuale ricerca d’archivio. Il film descrive inoltre un’esperienza sociale data dall’incontro tra città e campagna, due mondi divisi da secoli di pregiudizi. Come spiega Salice: “Spopolamenti e politiche di ripopolamento sono uno dei temi al centro della mia attività di ricercatore”. |
The summit K2 |
A più di 60 anni dalla conquista della vetta del K2 da parte degli alpinisti italiani Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, avvenuta il 31 luglio 1954, grazie al determinante aiuto di Walter Bonatti, laeffe propone il film-documentario che la racconta la tragedia del 2008. Era il primo agosto e dei 22 scalatori ne sarebbero tornati vivi soltanto 11. Recandosi nei luoghi della tragedia e intervistando i sopravvissuti e i parenti delle vittime, il regista Nick Ryan cerca di cogliere le luci e i lati oscuri di una delle montagne più affascinanti e temute di sempre, il K2. Il documentario, vincitore del premio per il miglior montaggio al Sundance Film Festival nel 2013 e selezionato al Sundance London Film and Music Festival nello stesso anno, ricostruisce una delle vicende più tragiche dellʼalpinismo sportivo utilizzando per lo più le riprese originali effettuate durante la salita e ricostruendo solo per il venti per cento quel drammatico 8 agosto in cui 11 persone persero la vita. Il film irlandese e americano è dedicato in particolare a Gerard McDonnell, primo alpinista d’Irlanda a toccare la vetta del K2. |
Lapis Specularis -Il vetro di pietra | Il lapis specularis è un gesso secondario, a grandi cristalli trasparenti, facilmente suddivisibile in lastre piane dello spessore desiderato quando viene tagliato lungo il piano di sfaldatura. Deve il suo nome al fatto che, a partire dall’età romana, è stato utilizzato come elemento trasparente per le finestre.il video, realizzato dal GSB-USB e dallo Speleo GAM Mezzano, col finanziamento della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia Romagna, è stato ritenuto meritevole di una menzione speciale allo Hells Bells Speleo Award 2014 nell’ambito del festival Monteanalogo, cinema, arte, cultura della montagna. |
Le Vene dei Monti | Un tuffo nell’idrologia sotterranea ci porta a visitare i cantieri esplorativi del Carcaraia , il massiccio calcareo dove le sorgenti del Frigido e di Equi Terme si disputano le acque degli abissi più profondi d’Italia. I discorsi degli scienziati e le avventure degli speleologi si intrecciano tra le trasparenze dell’acqua tenebrosa per raccontare dei fiumi prima che nascano, quando sono ancora nei sogni e nelle menti degli esploratori. Scatola nera, piede di porco, erogatore, coloranti, fluorimetri, ioni e discensori, ognuno trova il suo posto nelle vene dei monti. |
Come spesso accade, utopia ed entusiasmo delle menti giovani e libere, portano a risultati inaspettati.La ricerca ha avuto inizio nel 1998. In pochi anni i dati confermano che l’Antro del Corchia non è solo una meravigliosa grotta, ma anche un eccezionale archivio naturale d’informazioni. La passione, il rigore scientifico e la sinergia di un gruppo internazionale di scienziati e speleologi, hanno reso possibile la lettura dell’appassionante storia dei cambiamenti climatici incorporata nelle concrezioni delll’Antro del Corchia, arrivando ad oltre 1.200.000 anni fa. | |
Non un romanzo, ma una storia realmente accaduta. Una serie di casuali coincidenze ha portato a svelare un intricato mistero che si celava in alcuni graffiti scoperti nel 1979 da un gruppo di giovani speleologi nelle segrete dell’Inquisizione di Narni, in Umbria, realizzati nel 1759 da un enigmatico prigioniero di nome Giuseppe Andrea Lombardini. Tratto dall’omonimo libro di Roberto Nini – Ed. Thyrus – Arrone (Tr) il Film-documentario, per la regia di Giorgio Serafini, Prosperi è stato presentato in prima nazionale a Narni il 4 dicembre 2011. www.narnisotterranea.it |
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L’ambiente è quello del Caucaso, più precisamente l’Abkazia (Mar Nero), anno 2005. Un espatrio clandestino per raggiungere la catena montuosa Arabica, una meta unica per gli speleologi, dove si apre l’abisso più profondo del mondo, il «Krubera». Rok Stoppar (Sloveno), Giacomo Rossetti e Matteo Rivadossi “Pota” (Italiani), la raggiungono. Si aggregano ad una spedizione speleologica mista (Russi, Ucraini, Slovacchi, Inglesi, Australiani, Sloveni, Greci, Italiani) e collaborando all’organizzazione degli approvvigionamenti in profondità, partecipano alle esplorazioni ed al recupero di un infortunato. Durante la discesa Matteo, regista momenti unici di una discesa estrema tra pozzi profondi e laminatoi e strettoie battute dall’acqua gelida. Adrenalinico il viaggio verticale ed il passaggio nel mondo del post-sifone da meno 1.500 metri di profondità (vedere per credere!). Il regista-operatore è attento e motivato negli avvenimenti esplorativi, ma anche sensibile delle vicende umane e ci regala una serie di ritratti di personaggi maschili e femminili dalla superficie alle profondità sconosciuti ai più ma sicuramente anche a tanti speleologi di chiara fama. |
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Atti del convegno Castelnuovo di Garfagnana del 03/11/07. Realizzazione: Andrea Gobetti, Tommaso Biondi. | |
Prendendo spunto dal convegno tenutosi a Seravezza in occasione dell’incontro nazionale 2001 Odissea nel Corchia il video ci porta dentro e sulla montagna del Corchia quanto nelle parole dei protagonisti per ricostruire la complessa vicenda esplorativa di una delle più grandi e conosciute grotte d’Europa.La congiunzione fra la Buca del Cacciatore, piratata in Abisso Fighiera, col sottostante Antro del Corchia, darà alla speleologia italiana il suo primo meno mille e agli speleologi otto anni di emozionanti scoperte, talvolta in collaborazione, altre in aperta competizione tra chi tentava dall’alto e chi dal basso e che rivivono nelle parole dei protagonisti vent’anni dopo. | |
Supramonte |
Ecco il Supramonte come non lo abbiamo mai visto: a mostrare la singolare, affascinante fotografia di uno dei luoghi simbolo dell’isola è la società cagliaritana Karel. Il film racconta paesaggi e vita dell’altopiano nel cuore della Sardegna mostrandone tutti gli aspetti, dall’ambiente alla fauna, dalla presenza dei pastori alle vigne che producono uno straordinario cannonau: lontano da folklorismi e stereotipi i 34 minuti del documentario ci restituiscono l’immagine di un patrimonio naturalistico e storico che per le sue asperità conserva ancora aspetti sconosciuti. “Una montagna che va rispettata”, sottolinea uno dei protagonisti scelti tra i pastori, gli agricoltori, i tanti operatori turistici e ambientali che vivono e lavorano nella zona. |
El bus della Spia |
In un video realizzato dalla Blakfishtek, della durata di 25 minuti, è raccontata la storia esplorativa del “El bus della spia” famosa grotta carsica del Trentino che è nota per la particolarità di possedere un “sifone sospeso” in cui le acque, senza un apparente motivo e con indefinita frequenza, aumentano e diminuiscono il loro livello. La grotta, che è ubicata nel comune di Sporminore in provincia di Trento e ha il suo ingresso nella rupe sottostante Castel Sporo, dopo uno sviluppo asciutto di circa 385 metri prosegue con una condotta sommersa che è stata ad oggi esplorata per circa 600 metri con salti e risalite che la portano, momentaneamente, ad avere il punto più profondo a 60 metri dal pelo dell’acqua. Le continue discese e risalite della condotta rendono particolarmente impegnativa l’immersione per gli evidenti problemi di decompressione che comporta il continuo variare della profondità. Le indagini subacquee sono condotte dal gruppo Adventure Diving Team che spera, entro il prossimo anno, di raggiungere il chilometro di condotta esplorata . |
Extreme Cave Diving |
Un team di intrepidi scienziati intraprende un viaggio in una delle frontiere subacquee più pericolose e belle della Terra. Seguire una squadra di scienziati che si avventurano senza paura in delle grotte formatesi durante l’ultima glaciazione, quando il livello del mare era circa 400 metri sotto quello che è oggi. Queste grotte, tesori poco conosciuti delle Bahamas, sono una delle frontiere meno esplorate e più pericolose della Terra. |
La grotta dei Giauli |
Con il legno di cirmolo del Passo Giau, sopra la conca di Cortina, lo scultore Mauro Lampo dà vita ai suoi Giauli e ne narra le vicende nell’ambiente dolomitico. Vuole la sua fantasia che la storia di questa stirpe di antichi progenitori delle genti cortinesi sia scolpita in una grotta che si apre sulla strapiombante parete del Monte Pelmo. Accompagnato da un gruppo di speleologi, lo scultore cortinese raggiunge la vetta del Pelmo per calarsi poi e raggiungere la cavità, alla scoperta di due mondi paralleli, l’uno reale, l’altro di fantasia. |
Cave of Forgetten Dreams |
Scoperta per caso nel 1994 dallo speleologo Jean-Marie Chauvet, situata in Francia, lungo il fiume Ardèche, contiene quasi 500 pitture rupestri risalenti a 32000 anni fa. Stando alle conoscenze attuali, le più antiche mai ritrovate. Werner Herzog, incuriosito da un articolo del New Yorker, ottiene dal Ministero francese della Cultura il permesso di filmare per alcune ore al giorno, pochi giorni in tutto, all’interno della grotta, normalmente chiusa ai visitatori per proteggerne il clima eccezionale. In compagnia di alcuni geologi, archeologi, storici dell’arte e del periodo preistorico, Herzog penetra nelle profondità della terra e della storia, armato di una piccola telecamera assemblata per l’occasione, di una luce fredda per non compromettere l’umidità delle pareti, di una curiosità come suo solito smodata e di una buona dose di ironia pronta all’uso. Immediatamente, con l’ingresso della sua voce narrante suadente e inconfondibile, l’antro, probabilmente deputato a luogo di culto o di cerimonie, si trasforma nella caverna di Platone e il cinema si fa strumento privilegiato d’indagine del mito. La più moderna delle tecnologie, il 3D (che Herzog sostiene di utilizzare qui per la prima e ultima volta) esplora la più antica e primigenia espressione artistica dell’uomo, ma la lente del regista anziché sottolineare l’abisso diacronico illumina la magia sincronica: nei cavalli in movimento lungo le rocce ondivaghe della grotta e nei bufali dalle corna e dalle zampe multiple c’è già l’invenzione dell’immagine in movimento, l’animazione, l’essenza del cinema, tanto nel dispositivo quanto nella funzione mitopoietica, di creazione di storie. |
La Grotte des Reves Perdus |
Versione francese dell’omonimo documentario. |
La lunga notte |
E’ la storia vissuta in prima persona dai soccorritori del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico che sono intervenuti nella grotta di Piaggia Bella per soccorrere uno speleologo croato con un intervento di soccorso durato 5 giorni. Questo film non è solo una cronaca degli avvenimenti ma anche una testimonianza del coinvolgimento umano ed emotivo vissuto dai soccorritori del CNSAS Una storia a lieto fine che è stata una delle più alte dimostrazioni della capacità del CNSAS e degli speleologi italiani, con tanto di lettera di ringraziamento del Presidente della Repubblica. |
L’Abisso |
Due anni di riprese, 30 discese nell’abisso, oltre 70 speleologi coinvolti per raccontare l’affascinante storia delle esplorazioni nella Spluga della Preta e mostrare per la prima volta in video la Sala Nera, a meno 800 metri di profondità, sul fondo di uno degli abissi più difficili del mondo. I protagonisti del film sono da una parte gli esploratori che hanno scritto la storia delle spedizioni speleologiche nella Spluga della Preta negli ultimi 50 anni, dall’altra i giovani speleologi che attualmente stanno compiendo esplorazioni e studi nella grotta. Le immagini riprese in grotta sono di elevata qualità e servono a spiegare quali siano le difficoltà, le aspettative e le soddisfazioni di una spedizione speleologica di oggi, documentandola in video durante il suo svolgimento. La storia delle esplorazioni è raccontata con interviste agli speleologi che hanno partecipato alle esplorazioni storiche nella grotta. E’ un’opera che trasmette allo spettatore il fascino, la bellezza e il mistero della Spluga della Preta. L’Abisso è il film di speleologia più premiato in assoluto. |
L’ombra del tempo |
Seguendo il filo dei ricordi d’un vecchio speleologo e l’entusiasmo d’un gruppo di ragazzi, la storia s’inabissa nel mondo sotterraneo, si cala nei baratri e penetra strettoie. Belle immagini, con alcune chicche di repertorio fanno apprezzare il mondo della speleologia anche a chi non ne e’ mai stato partecipe. L’ombra insieme alla sua amica acqua sono le narratrici del film, la grotta ne e’ la protagonista. Non e’ più l’uomo che entra e racconta ma e’ la grotta che guarda e cerca di capire che cosa ci sia dietro a questa attività. Attività che non e’ solo sportiva ma e’ di cervello, di sentimenti e di amicizia. E questo il film “L’ombra del tempo” lo trasferisce netto e in modo naturale allo spettatore. Belle immagini, con alcune chicche di repertorio fanno apprezzare un mondo anche a chi non ne e’ mai stato partecipe. La protagonista e’ lei la grotta, le comparse sono gli speleologi. Comparse che raccontano il perché di tanto accanimento su una frana, la paura dello stretto, elencano grotte, guardano il passato, si ritrovano e fanno festa. Lei ascolta paziente e osserva come chi e’ abituato ad avere il tempo dalla propria parte. |
Mani come badili |
Son passati oltre cinque anni da quando il Cin, all’anagrafe Francesco Dal Cin, se ne è andato. Lo salutammo in uno stadio del rugby gremito di gente, di rugbisti di quattro generazioni, di speleologi di ogni parte d’Italia, di centinaia di amici. Fu un rito laico e fuori dagli schemi, tra canti, poesia, lacrime e bottiglie di vino per salutare un uomo libero, che ha lasciato un segno indelebile nel mondo del rugby e della speleologia, i grandi amori della sua vita. Se il rugby gli deve pagine indimenticabili (ha accompagnato la lunga saga della Tarvisium dalla C alla A/1), la speleologia trevigiana riconosce in lui il padre-pioniere, sin dagli esordi di quasi 50 anni fa. Con lui nasce il Gruppo Speleologico Trevigiano, poi Centro Italiano Soccorso Grotte, infine Gruppo Grotte Treviso, con la mitica sede che ha accolto, per quasi un ventennio, centinaia di speleologi italiani e non solo. Volontario del soccorso fin dal ‘78, il Cin è stato un precursore assoluto, in Italia, delle esplorazioni speleosubacquee. E anche nelle spedizioni all’estero, con la lunga carovana (9 mezzi, 41 persone) di Kara Göl ’81, in Turchia. Quella Turchia che sarebbe poi divenuta la sua seconda patria. Questo documentario si propone di ricordare quest’uomo straordinario: un’idea che si è concretizzata pian piano, raccogliendo foto e spezzoni video, intervistando gli amici, mettendo insieme pezzi di un puzzle il cui disegno si è rivelato solo alla fine. |
Naica La grotta dei cristalli |
La grotta di Naica, o Cuevas de los Cristales, è stata casualmente scoperta in una miniera messicana ed ha colto di sorpresa la comunità scientifica internazionale perche’ contiene cristalli giganti, alti più di 12 metri Piccola finestra nell’immensità del tempo geologico, la grotta di Naica è una foresta di cristalli, i più grandi del Pianeta. Una grotta a 50° di temperatura e 100% di umidità, infernale, dove l’uomo può sopravvivere pochi minuti. Un gruppo di scienziati e speleologi del Team La Venta vi accompagna in questo viaggio al centro della Terra per scoprire tutti i segreti della grotta di Naica in un mondo irreale, oltre la fantasia ed il sogno. |
Oaxaca |
Nell’affrontare il Canyon di Juquila, lungo oltre 30 km, nello stato di Oaxaca, Messico Centrale, il gruppo di esploratori La Venta ha un duplice obiettivo: percorrerlo in prima assoluta e verificare l’esistenza di grotte. Poiché il tempo a disposizione non è molto vengono formate due squadre: la prima scenderà lungo il Canyon, la seconda lo risalirà dal basso, andando incontro alla prima. Nella discesa la prima squadra scopre antiche pitture rupestri, ma deve far fronte ad alcuni incidenti e accumula due giorni di ritardo, restando senza viveri. A causa di questo ritardo il secondo gruppo lascia il campo base e risale il Canyon in soccorso dei compagni. I due gruppi possono così riunirsi e festeggiare la nuova strada aperta per la conoscenza di Juquila. Il film è stato diretto dal regista Tullio Bernabei. Giornalista, fotografo, ha pubblicato un centinaio di reportage sulle maggiori riviste italiane trattando argomenti come speleologia, archeologia, alpinismo, avventura, subacquea, torrentismo, soccorso, turismo ed ecologia in generale. |
Sanctum |
La storia di una squadra di speleologi che esplorano caverne sottomarine situate nel sistema di grotte piu’ insidioso, inesplorato e meno accessibile al mondo. una tempesta tropicale li obbliga a cercare rifugio all’interno di una grotta, molto in profondita’. li’ devono combattere contro acque vorticose, in una situazione claustrofobica e di panico, mentre cercano una via di fuga che li possa condurre verso il mare. |
127 ore |
l film ripercorre la storia vera di Aron Ralston, un’alpinista statunitense che precipitò in una crepa di canyon isolato nello Utah, con un braccio incastrato sotto un masso distaccatosi dalla roccia. Ralston rimase intrappolato per cinque giorni, provato e fortemente disidratato. lo spirito di sopravvivenza lo portò ad un gesto estremo per ritrovare la libertà. Nei giorni di “prigionia” Ralston ricorda gli amici, la famiglia, gli amori e le due escursioniste incontrate prima dell’incidente. |
Pesce fritto da Pietro |
Mauro Calibani è uno dei più famosi arrampicatori italiani, campione del mondo, all’età di 27 anni, di boulder, l’arrampicata su massi senza assicurazione. Niente corde, niente moschettoni, niente punti di ancoraggio precedentemente fissati. Solo il corpo e i suoi arti a sentire e trovare appigli invisibili agli occhi dei più. E’ una disciplina dove l’errore può essere fatale. Eppure i praticanti sono in continua ascesa, in tutto il mondo. Mauro è anche il protagonista di una serie di cortometraggi, uno dei quali, “Pesce fritto da Pietro“, con una splendida regia di Rovero Impiglia e le sapienti riprese di Davide Zaccone, vincitore nel 2012 del Fluvione Corto Festival e Dintorni |
Upsala Il ghiaccio che vive | Il documentario racconta la più recente spedizione del team glacio speleologico La Venta sul gigantesco ghiacciaio Upsala, in Patagonia argentina. Dopo un lungo avvicinamento in barca e a piedi, attraverso paesaggi di grande suggestione, gli esploratori cercano di entrare nel ghiacciaio in vari punti, ma vengono respinti dalle immense zone fratturate a crepacci dove è difficile o impossibile proseguire. Alla fine, dopo aver aggirato tutti gli ostacoli e grazie a tre campi base successivi, i nostri riescono ad accedere ad una parte percorribile della grande massa glaciale e iniziare le esplorazioni speleologiche al suo interno. |
Semus Fortes |
Nella primavera del 2009 un gruppo di ragazzi con disturbi psichiatrici parte per un trekking di tre giorni nel Supramonte di Baunei. Il percorso attraversa uno dei territori più selvaggi della Sardegna. E’ l’ambientazione ideale per sperimentare una nuova forma di terapia, un’idea coraggiosa, concepita dai medici e operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Sanluri. Hanno un obiettivo ambizioso, che ha richiesto un’attenta preparazione: la discesa del canyon di Su Orroargiu. E’ un ambiente duro e l’itinerario, pieno di difficoltà, può trasformarsi in una trappola. Se pensiamo poi alla loro malattia l’esito non è scontato. Fino a qualche settimana prima di questa esperienza, alcuni di loro vivevano rinchiusi nelle proprie camere. Un viaggio al limite delle loro, già scarse, risorse personali. Un’avventura che nessuno di loro immaginava di poter vivere, un giorno. |
Buio pesto |
Il primo cartone animato didattico sulla speleologia in grafica 3D ideato e realizzato da Damiano Pierotti , un filmato che ha richiesto 8 mesi di lavorazione. |
Centu Scalas |
Centu Scalas, così era chiamato dai cagliaritani l’antico Anfiteatro Romano. situato al centro della Città di Cagliari, offre ai visitatori un interessante percorso archeologico. A completare il tour delle visite archeologiche l’itinerario ipogeico cagliaritano, un viaggio nel sottosuolo della città attraverso antichi acquedotti, cisterne, cave e rifugi antiaerei della II guerra mondiale. |
L’acqua |
La Sardegna dell’acqua, lontana da un immaginario collettivo che identifica l’isola con le sue coste e il suo mare, si mostra nella straordinaria spettacolarità di questo film musicale. |
Le risorse idriche nelle grotte del Monte Albo |
Questo video trae spunto dalle nuove scoperte sulle acque sotterranee del Monte Albo effettuate dai gruppi speleologici delle Speleo Club Nuoro, Gruppo Grotte Nuorese, dello Speleo Club Oristanese in collaborazione con la Provincia di Nuoro. Nella narrazione vengono illustrate, con un approccio didattico, le ricerche che hanno condotto gli esploratori del buio ad identificare vastissime gallerie sotterranee in grado di trasportare molto velocemente, le acque che scorrono nelle aree superficiali sino alle sorgenti utilizzate dall’uomo. Le stesse ricerche hanno anche messo in luce l’estrema vulnerabilità di questo immenso bacino idrico sotterraneo, al cui interno potrebbe propagarsi, con la stessa velocità dell’acqua, qualsiasi potenziale inquinante. |
Aspros |
Raccolta di video delle più importanti e spettacolari esplorazioni del team speleologico Aspros. |