G.S.A.G.S. » Attività, Speleologia » Is Angurtidorgius
Is Angurtidorgius
ATTIVITA’: Grotta "umida"
DATA: Domenica 06 luglio 2003
COMUNE: Perdasdefogu (NU)
LOCALITA’: Poligono
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Grotta de Is’Angurtidorgius
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Raffaele Schirru
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA:
Raffaele Schirru, Marco Mattana, Carlo Taccori, Roberto, Walter (USC), Gino, amico di Gino.
DATA: Domenica 06 luglio 2003
COMUNE: Perdasdefogu (NU)
LOCALITA’: Poligono
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Grotta de Is’Angurtidorgius
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Raffaele Schirru
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA:
Raffaele Schirru, Marco Mattana, Carlo Taccori, Roberto, Walter (USC), Gino, amico di Gino.
Era sabato, io e Carletto Taccori ce ne stavamo beati a dondolare sulla barca a vela di un amico, quando il pirrese mi chiede a brucia pelo "ma domani ce lo facciamo s’Aangurtidorgius?"
…e che e’?, chiedo.
Boh, un posto molto umido che ci vogliono le mute…
E mo, di sabato sera, contando che tocchiamo terra all’ora di cena, dove le trobviamo due mute?
Ecco che il buon Ermanno ci viene in soccrso, sfoderando le mute a noleggio, ed il buon vice-aiuto-capo-magazziniere in ora tardissima, tanto non c’ha ‘na sega da fare che la pivella se la spassa in Svezia, recupera la roba mancante, caschi, bombole, ecc…
Si va a letto tardi e l’appuntamento sotto casa di Roberto Fotocopie e’ alle ore 07.00, minchia che sonno.
La cricca sara’ composta, oltre che dal sottoscritto e da Carletto, quindi da Roby, Walter… imboscato Usc :), Raffaele, Gino ed un amico… l’appuntamento sara’ in ordine sparso e con svariati intoppi e ritardi… alle 10 siamo a Perdas, sosta colazione e scorta di amaretti locali, very good. Attraversiamo l’area del poligono, pare lunare, furgoni e carri armati, mezzi accartocciati o con voragini che ci passa un bue… in giro qua e la "bossoli" di bombe o missili che siano, da un metro di lunghezza.
E’ il momento della prima vestizione, le mute dentro i sacci ed addosso il minimo indispensabile per fare la prima parte (breve) asciutta della grotta, qualche minuto per arrivare all’ingresso… e poi si parte… fa veramente caldo… si suda piu’ del previsto.
La grotta a dire di chi c’era gia’ stato e’ particolarmente secca… speriamo di non riportare le mute intonse a casa…. dopo circa una 40ina di minuti, pero’, finalmente il primo laghetto… evvai… che spettacolo!
Ora inizia la vera vestizione, e’ il mio battesimo della muta, mai infilata una, un culo disumano, mi faccio soffiare dentro le maniche da Walter, che si fa una sniffata di sudore e si riprendera’ solo dopo mezz’ora… siamo appiccicosi come delle moschicide giganti.
Messo tutto? Calzari, muta, tuta speleo, scarpe da tennis, casco… primo contatto con l’acqua… allunghi i piedi dentro… senti la temperatura che dai piedi, al collo, passando per parti piu’ sensibili, s’abbassa di botto, sigh.
Pochi minuti e tutto sembra piu’ normale… eccezzion fatta per le mani, che, essendo sforniti di guanti, sembrano dei ghiaccioli, passera’ pure quello.
Si parte, i primi metri si fanno coi piedi sul fondo non profondo, poi non si tocca piu’, io sono il primo! ;))
Le mie "doti" di nuotatore fanno cilecca, decisamente l’attrezzatura di bordo non e’ il massimo del confort, ma il peggio cmq lo da sulla terra ferma, il movimento delle gambe e’ limitato al 30%… poi se cerchi di nuotare a pelo d’acqua, rischi di affogare, le gambe partono in alto e la faccia ti si spalma dentro l’acqua…, il sacco non si capisce se sia piu’ scomodo in spalla o a mo di salvagente…
Insomma, dopo la prima ora pare evvidente che non sara’ cosa facile…. facciamo le prime foto con la macchietta subacquea… non ne uscira’ una decente, e per fortuna il rullino finisce presto, tempo sprecato… la prossima volta m’atrezzo meglio, promesso.
La grotta comincia a mostrarsi nella sua bellezza… l’acqua scorre veloce nei pressi delle cascatelle, poi c’e’ la "cosa" cinese, un baldacchino meraviglioso, con delle vaschette sospese… che meraviglia…. tutto "sbrilluciccante"!
Quante uscite ha sta grotta? Sei o sette, mi pare… ne abbiamo beccate due…
Sbagliato strada…. ed eccone una difficilmente praticabile, cosi’ com’eravamo vestiti…. si torna indietro di qualche metro… rientriamo in acqua e proseguiamo a nuotare, strisciare e spesso rotolare…. si, le cascatelle, fatte in discessa, del corso d’acqua si prestano bene, quando non ce la fai piu… a farti rotolare di sotto, ti metti sul ciglio di traverso, rispetto al corso dell’acqua eeeee… oppsss, carpiato ritornato… e sei di sotto…. ci sono dei 1/2 metri che non riesci a sollevare le gambine… stanco, sudato… a momenti infreddolito… ma il posto e’ di una goduria esagerata… ci rimarresti una giornata intera… a farti massaggiare e sbattacchiare qua e la dal torrentino…
Carlo e’ il primo, io a ruota, una breve salitina e poi di sotto c’e’ una pozza, l’acuqa trasparente, qualche metro di diametro… ed il fondo evvidentemente abbondante, ci lanciamo dentro, sollevando un muro d’acqua, stile tsunami, il casco si spegne e ci vorra’ un po’ a farlo ripartire… fantastico. Si cammina ancora per un po’ e poi ecco l’altra uscita… forniti di corda si potrebbe uscire di li, pare ci sia un saltino di una 50ina di metri…
Bhe, e’ giunto il momento di fare la strada inversa, ogni tanto toppiamo il bivio, ma poi ci ritroviamo sempre, le indicazioni sono abbastanza chiare, e direi fondamentali, per non passare qualche giornata a mollo.
C’e’ poi la sosta scarburo/merenda… la sacca stagna di Walter e’ notevole, panini all’acqua…. l’egoista non ce ne offre neanche un pezzetto… va per la maggiore il cioccolato, anche se qualche panino in giro c’e’. Meglio non mangiare troppo, che mo ci tocca un altro paio d’ore a bagno.
La fatica e’ sempre di piu’… nuotare e’ sempre piu’ duro, e camminare sulla terra ferma, con le pietre viscide e’ un’impresa, specie con le mie scarpette dalla suola insaponata… altra lezione imparata!
Si cammina prevalentemente sopra delle frane, il soffitto in quasi tutta la grotta sembra lavorato e spianato a mano, incredibilmente perfetto.. il segno dell’acqua in molti corridoi allagati e sotto anche di mezzo metro rispetto alla norma… pero’ ora piu’ di prima e’ molto piu’ difficile guardarsi intorno, le gambe vanno solo per inerzia… finita la parte bagnata… arriviamo agli spogliatoi, nessuno a voglia di svestirsi ed infilare la muta nel sacco… faremo questi ultimi 3/4 d’ora a secco fuori, ma fradici dentro.
Andiamo avanti cosi’… Walter e Roberto stanno avanti spediti… io faccio una fatica incredibile… la muta mi stritola, specie i gioielli, seguo le tracce di sudore sui massi lasciati dai capofila… e vado guardando solo giu’… ‘ncela faccio piu’… il caldo sta demolendomi… la fatica finisce con la luce forte del primo pomeriggio che entra nella grotta… finalmente.
L’aria e’ rovente e le ultime pochissime forze sono investite per risalire alle auto… pochi minuti di caldo disumano, sempre con muta, tuta e scarpe zuppe.
Le parole spese nell’ultima ora sono state veramente poche, passati violentemente dall’euforia a meta’ escursione… con la luce della seconda uscita trovata… che si spalmava sull’acqua che poi si gettava fuori in mezzo alla vegetazione verdissima, da primavera non da estate…. alla silenziossima fatica, interrotta solo dalle parole d’incoraggiamento o di supporto… "dai che manca poco", "tutto bene", " ci fermiamo un attimo? …no no vai, camminiamo, se mi fermo crollo".
Alle macchine, la botta finale di fatica e’ per togliere tuta e muta, ce la si tira via di dosso a vicenda, tutta incollata, e poi qualche minuto d’aria sulla pelle, zitti, in mutande a far respirare le chiappe!
Una birra doverosa e piu’ che guadagnata… ci da quel tocco di vita per riprendere in mano la situazione, si sale in macchina, un paio di minuti per arrivare alla base del monte Cardiga e li si vettovaglia… insalate di fagioli, polli arrosto, formaggio… carne e melanzane impanate… siamo alle solite… mezza anguria… aaaaahhhh, che goduria.
Poi ci si sderrina sul telo, all’ombra… ancora a recuperare il fiato e far riassestare la pancia, ormai ingolfata.
Un amaretto, mentro riordiniamo la roba e poi si rietra a casa.
Giornata meravigliosa, mai fatico tanto in grotta (considerato pure il mio limitatissimo curriculum gruttae), da rifare al piu’ presto con buona dotazione fotografica.
Un grazie alle guide 😉
Chiedo scusa per le innumerevoli, inesattezze, errori, castronorei speleologighe, ecc… ecc….
…e che e’?, chiedo.
Boh, un posto molto umido che ci vogliono le mute…
E mo, di sabato sera, contando che tocchiamo terra all’ora di cena, dove le trobviamo due mute?
Ecco che il buon Ermanno ci viene in soccrso, sfoderando le mute a noleggio, ed il buon vice-aiuto-capo-magazziniere in ora tardissima, tanto non c’ha ‘na sega da fare che la pivella se la spassa in Svezia, recupera la roba mancante, caschi, bombole, ecc…
Si va a letto tardi e l’appuntamento sotto casa di Roberto Fotocopie e’ alle ore 07.00, minchia che sonno.
La cricca sara’ composta, oltre che dal sottoscritto e da Carletto, quindi da Roby, Walter… imboscato Usc :), Raffaele, Gino ed un amico… l’appuntamento sara’ in ordine sparso e con svariati intoppi e ritardi… alle 10 siamo a Perdas, sosta colazione e scorta di amaretti locali, very good. Attraversiamo l’area del poligono, pare lunare, furgoni e carri armati, mezzi accartocciati o con voragini che ci passa un bue… in giro qua e la "bossoli" di bombe o missili che siano, da un metro di lunghezza.
E’ il momento della prima vestizione, le mute dentro i sacci ed addosso il minimo indispensabile per fare la prima parte (breve) asciutta della grotta, qualche minuto per arrivare all’ingresso… e poi si parte… fa veramente caldo… si suda piu’ del previsto.
La grotta a dire di chi c’era gia’ stato e’ particolarmente secca… speriamo di non riportare le mute intonse a casa…. dopo circa una 40ina di minuti, pero’, finalmente il primo laghetto… evvai… che spettacolo!
Ora inizia la vera vestizione, e’ il mio battesimo della muta, mai infilata una, un culo disumano, mi faccio soffiare dentro le maniche da Walter, che si fa una sniffata di sudore e si riprendera’ solo dopo mezz’ora… siamo appiccicosi come delle moschicide giganti.
Messo tutto? Calzari, muta, tuta speleo, scarpe da tennis, casco… primo contatto con l’acqua… allunghi i piedi dentro… senti la temperatura che dai piedi, al collo, passando per parti piu’ sensibili, s’abbassa di botto, sigh.
Pochi minuti e tutto sembra piu’ normale… eccezzion fatta per le mani, che, essendo sforniti di guanti, sembrano dei ghiaccioli, passera’ pure quello.
Si parte, i primi metri si fanno coi piedi sul fondo non profondo, poi non si tocca piu’, io sono il primo! ;))
Le mie "doti" di nuotatore fanno cilecca, decisamente l’attrezzatura di bordo non e’ il massimo del confort, ma il peggio cmq lo da sulla terra ferma, il movimento delle gambe e’ limitato al 30%… poi se cerchi di nuotare a pelo d’acqua, rischi di affogare, le gambe partono in alto e la faccia ti si spalma dentro l’acqua…, il sacco non si capisce se sia piu’ scomodo in spalla o a mo di salvagente…
Insomma, dopo la prima ora pare evvidente che non sara’ cosa facile…. facciamo le prime foto con la macchietta subacquea… non ne uscira’ una decente, e per fortuna il rullino finisce presto, tempo sprecato… la prossima volta m’atrezzo meglio, promesso.
La grotta comincia a mostrarsi nella sua bellezza… l’acqua scorre veloce nei pressi delle cascatelle, poi c’e’ la "cosa" cinese, un baldacchino meraviglioso, con delle vaschette sospese… che meraviglia…. tutto "sbrilluciccante"!
Quante uscite ha sta grotta? Sei o sette, mi pare… ne abbiamo beccate due…
Sbagliato strada…. ed eccone una difficilmente praticabile, cosi’ com’eravamo vestiti…. si torna indietro di qualche metro… rientriamo in acqua e proseguiamo a nuotare, strisciare e spesso rotolare…. si, le cascatelle, fatte in discessa, del corso d’acqua si prestano bene, quando non ce la fai piu… a farti rotolare di sotto, ti metti sul ciglio di traverso, rispetto al corso dell’acqua eeeee… oppsss, carpiato ritornato… e sei di sotto…. ci sono dei 1/2 metri che non riesci a sollevare le gambine… stanco, sudato… a momenti infreddolito… ma il posto e’ di una goduria esagerata… ci rimarresti una giornata intera… a farti massaggiare e sbattacchiare qua e la dal torrentino…
Carlo e’ il primo, io a ruota, una breve salitina e poi di sotto c’e’ una pozza, l’acuqa trasparente, qualche metro di diametro… ed il fondo evvidentemente abbondante, ci lanciamo dentro, sollevando un muro d’acqua, stile tsunami, il casco si spegne e ci vorra’ un po’ a farlo ripartire… fantastico. Si cammina ancora per un po’ e poi ecco l’altra uscita… forniti di corda si potrebbe uscire di li, pare ci sia un saltino di una 50ina di metri…
Bhe, e’ giunto il momento di fare la strada inversa, ogni tanto toppiamo il bivio, ma poi ci ritroviamo sempre, le indicazioni sono abbastanza chiare, e direi fondamentali, per non passare qualche giornata a mollo.
C’e’ poi la sosta scarburo/merenda… la sacca stagna di Walter e’ notevole, panini all’acqua…. l’egoista non ce ne offre neanche un pezzetto… va per la maggiore il cioccolato, anche se qualche panino in giro c’e’. Meglio non mangiare troppo, che mo ci tocca un altro paio d’ore a bagno.
La fatica e’ sempre di piu’… nuotare e’ sempre piu’ duro, e camminare sulla terra ferma, con le pietre viscide e’ un’impresa, specie con le mie scarpette dalla suola insaponata… altra lezione imparata!
Si cammina prevalentemente sopra delle frane, il soffitto in quasi tutta la grotta sembra lavorato e spianato a mano, incredibilmente perfetto.. il segno dell’acqua in molti corridoi allagati e sotto anche di mezzo metro rispetto alla norma… pero’ ora piu’ di prima e’ molto piu’ difficile guardarsi intorno, le gambe vanno solo per inerzia… finita la parte bagnata… arriviamo agli spogliatoi, nessuno a voglia di svestirsi ed infilare la muta nel sacco… faremo questi ultimi 3/4 d’ora a secco fuori, ma fradici dentro.
Andiamo avanti cosi’… Walter e Roberto stanno avanti spediti… io faccio una fatica incredibile… la muta mi stritola, specie i gioielli, seguo le tracce di sudore sui massi lasciati dai capofila… e vado guardando solo giu’… ‘ncela faccio piu’… il caldo sta demolendomi… la fatica finisce con la luce forte del primo pomeriggio che entra nella grotta… finalmente.
L’aria e’ rovente e le ultime pochissime forze sono investite per risalire alle auto… pochi minuti di caldo disumano, sempre con muta, tuta e scarpe zuppe.
Le parole spese nell’ultima ora sono state veramente poche, passati violentemente dall’euforia a meta’ escursione… con la luce della seconda uscita trovata… che si spalmava sull’acqua che poi si gettava fuori in mezzo alla vegetazione verdissima, da primavera non da estate…. alla silenziossima fatica, interrotta solo dalle parole d’incoraggiamento o di supporto… "dai che manca poco", "tutto bene", " ci fermiamo un attimo? …no no vai, camminiamo, se mi fermo crollo".
Alle macchine, la botta finale di fatica e’ per togliere tuta e muta, ce la si tira via di dosso a vicenda, tutta incollata, e poi qualche minuto d’aria sulla pelle, zitti, in mutande a far respirare le chiappe!
Una birra doverosa e piu’ che guadagnata… ci da quel tocco di vita per riprendere in mano la situazione, si sale in macchina, un paio di minuti per arrivare alla base del monte Cardiga e li si vettovaglia… insalate di fagioli, polli arrosto, formaggio… carne e melanzane impanate… siamo alle solite… mezza anguria… aaaaahhhh, che goduria.
Poi ci si sderrina sul telo, all’ombra… ancora a recuperare il fiato e far riassestare la pancia, ormai ingolfata.
Un amaretto, mentro riordiniamo la roba e poi si rietra a casa.
Giornata meravigliosa, mai fatico tanto in grotta (considerato pure il mio limitatissimo curriculum gruttae), da rifare al piu’ presto con buona dotazione fotografica.
Un grazie alle guide 😉
Chiedo scusa per le innumerevoli, inesattezze, errori, castronorei speleologighe, ecc… ecc….
Categoria: Attività, Speleologia