G.S.A.G.S. » Attività, Speleologia » Is Cattas 2006
Is Cattas 2006
ATTIVITA’: grotta
DATA: 19 MARZO 2006
COMUNE: Santadi
LOCALITA’: Monte Meana
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Grotta di Monte Meana (Is Cattas)
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Carlo Taccori
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA: Carlo Taccori, Barbara Mascia, Sadia Minichini, Rosalba, Alfredo Godel, Riccardo Mascia e Anett, tutti GSAGS
[B] Ore 8.30 appuntamento in Piazza del Carmine. Dopo che i coniugi Taccori (o Minichini??) passano a prendermi ci rechiamo ad incontrare Riccardo, Alfredo ed Anett, tutti in perfetto orario. Dopo una colazione allietata dalla presenza di Raffaele, che però è diretto verso altri lidi, partiamo alla volta della rotonda lungo la pedemontana dove completiamo il gruppo con Stefano, Rosi ed Ermanno. Tempo un’ora circa ci troviamo al Monte Meana (Santadi) in prossimità della grotta Is Cattas che raggiungiamo facilmente tramite un sentiero che, seppur breve, si presenta irto e scosceso. Il gruppo è privo di Stefano ed Ermanno che all’uscita ci faranno trovare un bel fuoco ristoratore. Stremati ci apprestiamo dunque all’imbocco della grotta che si presenta piuttosto ampio e con pareti perfettamente lisce ed intagliate, le quali, oltre a mettere in evidenza la splendida stratificazione delle dolomia cambrica, induce a pensare che tale sito potesse essere in passato una cava. Mentre le fanciulle facevano queste osservazioni il buon Carlo si recava ligio ad ispezionare il posto, seguito di buona lena da Riccardo ed infine da Alfredo. Il primo armo, ricavato nella roccia, servirà d’ausilio per una piccola discenderia per la quale ci si accorge presto che in realtà il discensore non era indispensabile, ovviamente ciò nonostante sarà da tutti utilizzato, eccetto che dal veterano del gruppo (indovina un po’ chi è ?). Mentre con calma ci apprestiamo a scendere ed a sostare su un piccolo cornicione, di cui aimè è impossibile verificare lo spessore, Carlo realizza un piccolo corrimano che ci permetterà lo scavalcamento di una sella e l’ingresso nel pozzo la cui vista al momento ci è pertanto preclusa (!!). Tra discorsi in inglese, italiano ed un misto irriferibile trascorriamo un po’ di tempo finché, armata la parte alta del pozzo, arriva il nostro turno o meglio il mio… Con il terrore freddo che mi assale in quei momenti (passerà prima o poi?) monto il discensore e mi avvicino alla sella; il primo frazionamento è alla mia sinistra pertanto butto fuori prima la gamba destra e poi la sinistra per avvicinarmi all’armo e ad Alfredo che, assicuratosi ad un cordino di soccorso appositamente messo, passerà l’ora successiva a fare assistenza. Il frazionamento è semplice e togliere la longe è un gioco da ragazzi, anche perché oltre alla sempre utile ansa (con buona pace del nostro presidente) nel caso fosse necessario è presente una pedalina d’emergenza che Carletto conoscendo i suoi polli (ME!!) ha ritenuto di dover mettere. Ovviamente non a tutti è servita c’è infatti chi, come la bella e scaltra Sadia, è riuscita ad utilizzare alcune scanalature nella roccia, che, per quanto distante, era comunque a portata di gamba (lunga!). Passato anche il secondo frazionamento, ubicato a pochi metri dal primo, ho tirato un sospiro di sollievo e sono scesa nel pozzo la cui prima metà si sviluppa nel vuoto, mentre la seconda è a contatto con la roccia. La corsa finisce presso le orecchie di un coniglio, che supero, e, scesa una piccola discenderia, al moschettone dell’armo successivo dove intravedo Carlo che, poco più in là, sta terminando l’ultimo frazionamento e che mi dice di non scendere nel terrazzino sottostante o così perlomeno l’ha chiamato lui, ma non ci troviamo troppo d’accordo sul termine e forse neanche sull’oggetto, ne convengo comunque che non vuole mi muova e così faccio. Datomi il via mi appresto a passare il frazionamento prima di una sporgenza rotondeggiante, seguito dall’ultimo nel vuoto che per un attimo, vista l’ansa troppo lunga, mi getta nello sconforto; rassicurata teneramente da Carlo (Ma che cazzo scendi troppo, hai la longe?!?!), torno in me e fatto tutto a regola d’arte raggiungo il mio “tutor” in una sala maestosa, dalla quale, comodamente (?) adagiato sulla roccia, mi guarda penzolare. E’ ora il turno di Sadia e noi ci godiamo lo spettacolo…..
Raggiunti quindi da Sadia, ed in successione da Rosi, Anett (bravissima), Alfredo e Riccardo ci guardiamo intorno ed iniziamo a gironzolare. Optiamo inizialmente per una via alta che ci permette di osservare splendide strutture a cavolfiore e baldacchini e che, dipanandosi verso il basso, offre lo spettacolo di piccoli laghetti dall’acqua limpidissima. Dopo un po’ ognuno si sceglie un percorso e mi ritrovo a seguire Sadia e Riccardo…
[S] Dopo la breve esplorazione, il mio ginocchio già dolorante da qualche giorno, inizia a chiedere pietà. Sono stanca e sto per decidere di aspettare tutti alla base del pozzo, quando intravedo un piccolo pertugio nella roccia, l’istinto della speleologa mi spinge ad infilarmici. Mi si apre davanti un bellissimo camminatoio, le stalattiti e le stalagmiti abbondano, col mio entusiasmo trascino Barbara e Riccardo, camminiamo per un po’ tra esclamazioni di stupore. Dopo un po’ chiude, quindi torniamo un pochino indietro e giriamo a sinistra, in una diramazione che sembra chiudere ben presto, in realtà ci infiliamo in una piccola strettoia, e poi in qualche altra ancora, sembra di essere nel paese delle meraviglie, è pieno di belle concrezioni, ma la sorpresa più bella la troviamo alla fine, quando dopo un’angusta strettoia ci troviamo di fronte alla parete più bella che io abbia mai visto: tutta bianca e coperta di eccentriche meravigliose. Ben presto ci raggiungono tutti e rimaniamo qualche minuto in silenziosa contemplazione.
[B] Appagati da cotanta bellezza ci riuniamo nella sala principale per consumare un pasto frugale e prepararci alla risalita tanto temuta da Sadia e che invece tanto conforta me.
Salgono in successione Carlo e poi Sadia che si sente in dovere di confermare la teoria secondo la quale la risalita è più difficoltosa della discesa….
[S] Già prevenuta e preoccupata per il mio povero e bistrattato ginocchio mi accingo a risalire… arrivo ben presto al primo frazionamento e cominciano i problemi. Racimolo tutta calma che la risalita mi consente per domandare cosa si fa in questi casi: quando non si riesce a scaricare il croll! Alfredo con altrettanta calma mi consiglia di mettere la maniglia con il moschettone della longe direttamente nel frazionamento! Passato questo punto critico continuo la risalita senza impedimento alcuno, sino all’ultimo frazionamento, dove trovo Carlo intento ad armeggiare con la corda dall’altra parte della sella. Sta cercando di fare una “deviazione” per impedire alla corda di strisciare troppo sulla sella. Mi fa aspettare qualche minuto appesa nel vuoto dell’ultimo frazionamento mentre con impegno cipiglioso fa le sue manovre! Quando soddisfatto si leva dai piedi, scopro con sgomento che così la corda non arriva sino al mio croll! Con un po’ di sforzo mi allungo e riesco a togliere il moschettone della deviazione, annullando il lavoro di Carlo! Dopo di che scavalco la sella e raggiungo la mia dolce metà! Comodamente “allongiati”, aspettiamo Rosi, della quale sentiamo i gemiti… mentre Carlo si appresta a fare assistenza alla sella io aspetto le altre fanciulle!
[B] Dopo Rosi (bravissima: prima grotta dopo quattro anni!!), facciamo seguito io ed Anett, tutte opportunamente accolte da Carlo alla sella, scavalcata la quale non tardiamo a guadagnare l’uscita ed a raggiungere Stefano ed Ermanno alle macchine dove attendiamo Alfredo, Carlo e Riccardo, che si è assunto l’onere di disarmare, per mangiare di fronte ad un bel fuoco. La stanchezza però si fa sentire ben preso e, fatta tappa al bar delle grotte di Is Zuddas, dove qualcuno ha cercato invano di sbronzare Anett offrendole una “ leggermente alcolica” acquavite, partiamo alla volta di casa. Bella grotta, bella compagnia, ottima giornata!
NOTE D’ARMO: Abbiamo utilizzato una corda da 80mt (bastavano 60mt). L’ancoraggio per il corrimano iniziale è ricavato su clessidra sino alla sella dove si può assicurare l’altro capo a una selva di FIX (a proposito: la grotta è tutta attrezzata con FIX su cui è possibile utilizzare anche anelli). Il pozzo da 40mt è frazionabile in 5 punti sull’ultimo dei quali è consigliabile un cordino. Il secondo salto l’abbiamo solo visto, ma basta una cora da 15mt.
Categoria: Attività, Speleologia