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Pitzu e Crobis, ovvero fettucce e cordini a manetta
ATTIVITA’: Speleologia
DATA: 15/11/2009
COMUNE: Iglesias
LOCALITA’: Corongiu de Mari
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Pitzu e Crobis
PARTECIPANTI: Pierluigi Melis, Fabio Angius, Cristiano, Andrea Loi, Gigi Buttu, Ludovica Martorana, Daniela Pinna, Daniela Serra, Stefania, Maria Rita, Gianluca, Guido, Betty e Roberto Pilia tutti GSAGS.
Relazione con dedica: “Ai due che giustamente detengono le chiavi del vapore del sito, a SUA SANTITA’ il Presidente, al Gatto Fabio, alla Volpe Pierluigi e ai carissimi compagni di grotta”
Mercoledì il Senatore decide per la FOSSA di PERD’E CERBU la scheda viene presa d’assalto da tanti desiderosi e, visto il numero dei partecipanti e la difficoltà tecnica si cambia programma: PITZU ‘E CROBIS, uno dei tanti fori di Cuccuru Tiria.
Chiedo se è possibile disarmare, permesso accordato.
Appuntamento domenica al ex k2 alle 08:30, arrivo e ci ritroviamo con un altro bel gruppetto che si cimenterà alla Torpado: Daniela, Massimiliano, Renato e Cristina, con loro si condividerà il solito cerchio alimentare.
Si arriva e parcheggiamo prima del solito sterrato, quello che utilizziamo come campo per il battesimo speleo; lo lasciamo agli amici dell’USC impegnati con il corso.
Pierluigi e Fabio ottengono il permesso per entrare nel villaggio.
Si inizia.
L’avvicinamento all’ingresso della grotta è facilissimo, come descrive Fabio, durante il tragitto si parla e si ripassa a voce alta come superare i frazionamenti: che bel gruppo responsabile!
Arrivati all’ingresso questo è coperto da una grata di facile movimentazione, vengo scelto a caso per armare la via di sinistra: ieri non ho ripassato nulla.
Alla mia destra Andrea.
Filo la corda da 80, monto cordini, fettucce, moschettoni e anelli nell’imbrago mentre Fabio monta due anelli su due rock; si parla a voce alta di come armare: coniglio o cos’altro?
Una sorta di interrogazione davanti ad un pubblico curioso ed attento.
Il senatore ordina: armo in serie con Garda e nove finale.
Per il Garda non c’e problema ma questo armo in serie mi è leggermente antipatico, eseguo i nodi, non prima di aver aggiustato, disfatto e rifatto quelli non …. bellini.
Sulla prima verticale armo con fettuccia ed anello in modo da lasciare a penzoloni il moschettone. Si inizia, si scende per circa quattro metri e si arriva ad un terrazzino relativamente pendente, lascio corda a sufficienza per permettere il superamento del frazionamento che eseguo sulla parete opposta.
Da questo momento ci viene detto cosa avremo trovato e cosa fare: veniamo armo-guidati.
Colonna, stai a destra, poi a sinistra….
Questa è la prima vera grotta che armo, a Medros ho avuto a fianco l’Arcangelo Pierluigi.
Effettuo la discesa, in appoggio, pianissimo cercando di individuare rock o fix per eventuali frazionamenti e/o possibili punti dove eseguire una deviazione affinché la corda non strisci sulla parete, non lo vedo: me ne renderò conto in fase di risalita trovandolo montato.
L’esperienza del duo FABLUIGI non è H2O.
L’unica avvertenza che posso comunicare è quella di tenersi distanti dalla parete con le gambe ed evitare di dondolarsi, tocco terra e cerchiamo la colonna dove eseguire il frazionamento: ma quale colonna?
Devo stare a destra spalle alla cavità e poi andare sulla sinistra: questi sono gli ordini!
Non mi perdo d’animo e con Andrea decidiamo che la colonna è la prima, la fettuccia lunga non basta e così unisco due cordini con 2 Savoia inseguiti, monto il PLG ed eseguo un otto sbagliato: la corda di carico è quella alta; anche in questo caso lascio abbondante corda a terra.
Cedo al mio compagno di avventura un cordino.
Proseguo sulla sinistra eseguo un frazionamento su colonna con fettuccia ed inizio a scendere verso il laghetto, penso di essere nei guai: varie colonnine e spuntoni non permettono una buona discesa, torno su mi guardo attorno.
Provo ad aggirare l’ostacolo: niente.
Decido di continuare dalla parte meno peggio e noto un luccichio: un fix mi sorride dicendomi
“Ero arroscio di aspettare, ma teeee….sei un novizio armatore attrezzista?”
“O FACC’E SOLA, SI FEMMU BONU TEMMU BISTU PRIMMA”
Non ho dadi per fissare l’anello:
“Andrea hai dadi?”
“Sì, arrivo!”
Ecco la luce di Andrea, ecco Andrea, ma come fare per ricevere quel dado?
Risalgo su, ghermisco il dado e dove lo metto?
In bocca alla Stevineddu?
Lo avvito ad una vite di un anello.
Riscendo e con grandissima attenzione monto anello e PLG, eseguo il frazionamento ed anche in questo caso cerco un punto dove eseguire una deviazione, non trovo niente, non ho più né cordini né fettucce e mi viene l’idea di usare la corda per cingere un colonnone: si potrà fare o è meglio scendere con molta attenzione?
Si può fare: vedo che il Senatore lo esegue in fase di risalita.
Arrivato alla base inizia una discenderia molto ripida che porta al laghetto, la corda da 80 arriva perfettamente e col discensore si arriva allo specchio d’H2O in sicurezza.
Mi stendo su un bel letto di pietre: SEU TOTTU SURAU.
Gli ex iniziano a scendere e chiedo come si sono trovati per il superamento dei frazionamenti.
“Fabioooo….Fabioooo….possiamo risalireeee?”
“Noooo….”
Quel nome rimbombava così bene che mi sono divertito a chiamarlo più volte di quante lui dice.
Piano, ma molto piano, arrivano tutti.
Si mangiucchiano le solite cosine, si beve ma non dalla borraccia rossa che Gigiuz alla fine della grotta ha arrisigato: il giovine è mezzo convalescente e la sorella, proprietaria del contenitore, la riavrà o nuova o con le cicatrici speleologiche.
Io me ne frego, bevo e ad oggi sto benissimo: alla faccia degli avvertimenti dell’uomo di Gavoi.
Si saleeee!!
Vengo scelto a caso per disarmare la via armata da Andrea mentre Gigi disarma la mia.
Andiamo di pari passo: io ringraziando Andrea per quel bellissimo parruccone e Gigiuz frastimando a ruota libera su tutto!
Finalmente siamo fuori: MIN CI SEU TOTTU SURAU UN’ATTRA BORTA.
Rimettiamo a posto la grata ed arriviamo al campo dove troviamo il gruppo Torpado, Silvestro, Ermanno, sorrisi e fuoco acceso.
Cosa volete di più.
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