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Escursione a Lovettecannas 13-14 Nov 2021
Relazione scritta a due mani: Francesca S. & Davide G. (Si sa, le cose fatte a due mani escono sempre meglio. Cit. Davide)
* Davide *
Bene, finalmente torniamo a Baunei, un periodo un po’ complicato ci sta tenendo
lontani dalla nostra meta speleologica preferita. In sede il weekend così lontano da casa
raccoglie poco consenso… maledetti! Provo un po’ di invidia per chi non ha ancora questa scimmia travolgenteche ci porta ogni venerdì a caricare la mia CARA VECCHIA Clio e partire verso il Supramonte.
Comunque ci sarà tempo per convincervi, non mi arrendo.
Venerdì: Cena a lume di candela da Pisaneddu. Io, Franci, Diego e Isa ci godiamo la pace di quel posto, ormai un must dei nostri weekend in Ogliastra. Tutto va per il meglio, tranne per Francesca e Diego che durante la notte hanno dovuto cercare di contenere i polpetti, gustati durante la cena, che si sono dati alla fuga fuoriuscendo da diversi orifizi.
Sabato: Come succede sempre quando arrivi pieno di aspettative esplorative… tutti gli obbiettivi saltano, non siamo neanche riusciti a trovare la grotta che avremmo voluto esplorare.
In ogni caso è stata una bellissima giornata: Diego, Isa e Gianluca (che ci ha raggiunto in mattinata) ci hanno aiutato a unire i pezzi di un puzzle che piano piano stiamo componendo. Optiamo per raggiungere la grotta facendo un trekking panoramico partendo dai Ginepri, sotto di noi si sviluppano Murgulavò, Lovettevò e Lovettecannas.
Mentre camminiamo sollevo ogni pietra che mi ispira, troviamo un bel pozzo che si è aperto in seguito alle forti piogge dei giorni precedenti. Attraversiamo Genna Ludalbu e ci affacciamo da PuntaTurusele: da qui è tutto più chiaro, quello che credevo essere un mondo a sé è vicinissimo a tutto il resto, lì sotto c’è il complesso carsico più grande della Sardegna.
Passo qualche minuto in silenzio a fantasticare: ingressi alti di Su Palu, congiunzioni, sifoni ecc ecc. Le solite cose…
Comunque, dopo un’ora passata a cercare la grotta molliamo l’impresa, ma non contenti decidiamodi andare a Campu Esone. Ma si, anche se ho gli stivali e la tuta addosso? Ho dimenticato i sacri pantaloncini e gli scarponi in macchina… esperienza da non ripetere.
Per la cena ci raggiungono anche Marta e Federico. Lui ci racconta che nel rientro dal campo di fine corso a Oliena si è dovuto prostituire per mettere benzina al sul fuoristrada (ci dissociamo), quindi questavolta hanno optato per una Ford Fusion dai rumori molesti.
La cena è la solita minestra… furgoni di cibo, baiocchi e per concludere una bella minestrina di tortellini. Aspettiamo qualche decina di minuti prima di coricarci perché, dopo i polpetti, anche i tortellini sembrano intenzionati a ribellarsi.
* Francesca *
Domenica: Dopo una notte sotto le stelle ci svegliamo tutti belli carichi per iniziare il viaggio nella signora Lovettecannas. Salutiamo i nostri Diego e Isa e ci avviamo. Siamo in pochi, io (Franci) Gianluca, Davide e due corsisti super entusiasti, Marta e Federico. Siamo davvero felici di condividere con loro questa esperienza, di ricordare attraverso i loro passi la nostra prima volta a Lovette… c’è un po’ di tenerezza in questa uscita, non posso negarlo.Inutile perdersi a descrivere l’andamento della signora grotta, avanziamo tra schiene piegate e passo da equilibristi, ma è bella davvero. La prima pausa la facciamo in quella che viene ormai chiamata “fonte battesimale”. Qui si porta avanti la tradizione. Questa volta è Davide a battezzare, con l’acqua santa e maledetta di questa magica grotta, i nuovi corsisti, futuri esploratori della Serra Pirisi.. Come a suo tempo fummo battezzati noi dal buon Lucio. Ridiamo tutti di questo, ma io lo so che nei nostri cuori c’è la speranza che questa tradizione non vada a perdersi negli anni, ma si porti avanti tra i futuri speleologi.
Avanziamo, ridendo e scherzando abbiamo un ottimo passo. Sono molto bravi questi ragazzi, tanto che arriviamo ai Fiori del Male ancora piuttosto freschi, ma sicuramente è questo il limite massimo per oggi. Speriamo che sia stato abbastanza per stimolare la loro curiosità e, sentendo cosa dice Federico, mi sa tanto che abbiamo centrato l’obbiettivo.
–Davide– …di contenere Marta che è incazzata come un drago.
L’obiettivo dell’uscita era anche andare a verificare delle zone alte, dunque al rientro decidiamo di andare a dare uno sguardo. Siamo davvero vicini all’ingresso ma per non tirare troppo la corda decidiamo di far aspettate cinque minuti i neo spanotti mentre verifichiamo se vale la pena tornare per lavorarci in seguito. Facciamo poche decine di metri e Lovette cambia di nuovo fisionomia, ci troviamo davanti un pozzo in salita da cui scende una bella pioggia. Gianluca vuole il nostro parere e io inizio a salire, salire, salire, salire…. questa cosa non finisce qui. La mia luce
illumina una bella galleria che sale ma è necessario attrezzarla. Con l’ausilio di un cordino torno alla base del pozzo e dopo aver fatto qualche veloce foto a un bel laghetto torniamo dai due giovanotti che ci attendono al di là del cunicolo.
Tutto in cinque minuti, giusto???
Uno scambio di sguardi con Federico è più che sufficiente, la solidarietà tra uomini in queste situazioni raggiunge livelli inimmaginabili. Marta ha freddo e per riscaldarsi vorrebbe
prenderci tutti a calci nelle palle… risparmiando Franci per strapparle i capelli in un secondo momento. Il freddo diventa una motivazione per muoverci e non ci lasciamo intimorire. In fase di uscita, lanciati come un treno, sentiamo delle voci. Dentro la grotta c’è anche lo ScOr, vabbe’ li asfaltiamo e proseguiamo per la nostra via.
Abbiamo un passo notevole, acqua, strettoie, la chiave, le corde a mano… la luce. Marta è quasi incredula, alla visione della luce non sa bene se sia viva o morta ma un sorriso si intravede di nuovo, Federico è salvo. Foto di rito e si vola a cambiarci e a mangiare prima di partire. Notevoli gli spaghetti pronti ai frutti di mare e la torta al cioccolato che ci offre lo ScOr (arrivato al campo con più di un’ora di scarto).
Diego e Isa ci raggiungono per accertarsi che sia tutto ok. Siamo ormai tutti pronti a prendere la strada per casa.
Ma sì, è presto, passiamo a salutare Ermanno e il resto del gruppetto che ha soggiornato all’Ovile
Carta durante il weekend. Arriviamo quando tutti sono andati via e decidiamo di salutare Giampietro e far vedere l’ovile ai ragazzi, in fretta e furia per poi scappare… Sì, scappare #&%¥#¿@£&#! (rumori molesti dal cofano della Clio)
Non parte, niente da fare. Non ci voleva. Okay decido di andare via, tornerò domani con il carro attrezzi (qualche settimana prima avevo recuperato la macchina con il carro attrezzi dallo stesso punto per la rottura di un braccetto).
Premessa: mio babbo è il mio meccanico.
Al telefono: <<Ciao Ma, babbo è tornato da caccia? Perché… la Clio mi ha mollato>>.
Mia madre: <<Cavolo Da mi dispiace, tu tutto okay? Ma adesso la macchina dov’è?>>
Non faccio in tempo a rispondere…. <<Che cazzo è successo alla macchina? &#%]$£&°##!%& E cosa facciamo? La lasciamo lì? Fatti lasciare a Tortoli che andiamo a prenderla!>>
Panico!
Viaggio infinito in mutismo, giusto le indicazioni per arrivare fino a dove giace la carcassa della povera Clio.
Arrivo con mio padre sotto l’ovile di Giampietro, ho immaginato tante volte di portare i miei genitori in Serra Pirisi per mostrare il teatro di questa mia nuova passione travolgente. Glielo faccio vedere l’ingresso di Lovette? L’inghiottitoio di Su Canale? Forse meglio rimandare. Spero che mio padre non incontri Giampietro, qualche battuta sbagliata potrebbe provocare una faida Baunei-Lanusei che voglio evitare.
Posiziona la sua macchina davanti alla mia per trainarla.. scende.. sale sulla Clio… la Clio mette in moto senza alcun problema.
Grazie per l’attenzione, vi scrivo dal reparto di ortopedia di Lanusei.
Francesca & Davide Con la partecipazione di
Diego, Isa, Gianlusc, Federico, Marta, Gianpietro & LUCIANO
Categoria: Attività, Relazioni, Speleologia