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Grotta di Gutturu Pala (località Pubusinu, Fluminimaggiore) 19/02/2022

Escursione di sabato 19 febbraio 2022 del G.S.A.G.S.

Partecipanti: Marco F., Alice S., Miriam S., Nicola S.

Su Strexiu

“Su Strexiu”, delle cavità del Sulcis, è una di quelle che più mi incuriosisce, un po’ per la sua estensione, in parte per ciò che ho letto e forse anche perché ne ho sempre sentito “parlare male”.

” E’ faticoso arrivarci, una salita micidiale”, “Ha passaggi stretti e polverosi, scomodissimi”, “C’è un pozzo che al rientro ti distrugge”…

Tutti incentivi, so che mi piacerà  e finalmente questo sabato realizzerò il desiderio di visitarla.

Marco E. ha un contrattempo e Su Strexiu sfuma fra correttezza e delicatezza.

“Ma fatela lo stesso, per me non ci sono problemi”

“No Marco, ci mancherebbe, insieme ad Alice sei uno degli organizzatori, ti aspettiamo, rimandiamo”

Noooo…..dentro di me pesto i piedi e penso “Andiamoci lo stesso, ci torneremo anche con lui, ma andiamoci!”, poi , ne convengo è giusto così.

Cerchiamo un’alternativa e la troviamo: Gutturu Pala. Una cosa buona è che anche questa non l’ho mai vista e anche questa rientra tra quelle che vorrei visitare.

Assemini

Sabato mattina l’appuntamento è al solito “secondo semaforo”, Marco E. ci porta i sacchi con le corde che aveva ritirato dal magazzino e delle paste. E’ proprio gentile penso e io che avrei fatto la grotta senza di lui. Lievi sensi di colpa. Insiste ancora perché andiamo a Su Strexiu, ma ormai è deciso, Gutturu Pala sia.

Gutturu Pala

La grotta di G. Pala è una cavità con un ingresso alto naturale e uno basso in prossimità della galleria mineraria dell’omonimo giacimento da cui si estraevano blenda e galena.

Assemini. Viaggio in auto verso Fluminimaggiore, località Pubusinu. Parcheggio per le auto. Pareti calcaree ci sovrastano.

Sguardo in alto verso l’ingresso che si trova in cima……a quella pietraia!?

No, no.

E’ sulla sommità di quella pietraia più su.

Un notevole dislivello.

Cinquanta minuti circa e siamo all’ingresso basso. Percorriamo il primo tratto e siamo al punto da cui, tramite una piccola arrampicata, entreremo nella grotta vera.

Piccola arrampicata che però fatta in libera esporrebbe ad una fatale caduta in caso di errori.

Che fare? Marco vorrebbe cimentarsi nell’impresa, noi siamo più titubanti. Alla nostra destra il vuoto attrae a se ciò che si stacca da terra.

Più ne parliamo, più l’impresa sembra rischiosa e complicata, il gradino da superare sempre più alto, il piano lungo il quale si scivolerebbe sempre più inclinato, un orizzonte degli eventi che inghiottirebbe chiunque senza pietà.

Usciamo. Andiamo a cercare l’ingresso alto.

Una ventina di minuti bastano per convincerci che trovarlo per tempo sarebbe improbabile ma almeno ci  schiariamo le idee e rientriamo.

Tentativo n. due

Armo su due spit-roc e su un naturale atipico che prima non avevamo considerato e Marco (con Nicola che gli fa sicura) in men che non si dica è su.

Inizia a pulire un attempato roc e a piantarne uno nuovo per mettere corda e far salire anche noi.

Battiti scadenzati, regolari. Passano i minuti, per Nicola, Marco sta scolpendo una nuova “Pietà”. Noi, giù, parliamo e un po’ ci raffreddiamo.

“Ok, potete salire”

Bene, l’attesa è finita, l’entusiasmo si riaccende e soprattutto lo fa quando sbuchiamo nell’ampia sala iniziale sul cui soffitto si apre l’ingresso alto della grotta (lo avessimo trovato probabilmente non ci sarebbe bastata la corda per calarci).

La sala è bella, specialmente grazie a questa finestra di luce ma trasmette un senso di precarietà. Le pareti sono puntellate da travi in legno e ferro messe chissà come da minatori che erano un po’ alpinisti, un po’ speleologi e un po’ acrobati. Ci colpiscono particolarmente i resti di una passerella a metà altezza, una ventina di metri da terra, lungo il perimetro della stanza. Chissà camminarci sopra come doveva essere.

Con l’aiuto del rilievo e di una descrizione tratta da una pubblicazione* procediamo lungo la grotta che si fa sempre più interessante, sia per quanto riguarda la progressione, piuttosto variegata, che per gli scenari. Punti stretti, sale ampie e ben concrezionate, vaschette con acqua, nicchie colme di stalattiti. Si cammina carponi, si usa la corda, ci si arrampica e si fa opposizione.

Io, Marco e Alice esprimiamo di continuo la nostra meraviglia e la nostra ammirazione, Nicola invece ci dice che lui è solito gioire dentro.

Procediamo fino ad arrivare al laghetto che, se colmo d’acqua, diviene un sifone che farebbe concludere la visita.

Si, non si può andare oltre.

Qualche foto, un po’ di cibo e si riparte. Al rientro, sapendo dove passare, impieghiamo veramente poco ad uscire.

Sciamo sulla pietraia in discesa per rientrare.

Non prima però di aver mangiato qualcosa e questa volta ho anche ricordato di portare la sedia…che risulterà inutile perché ci sono sia panche che tavoli.

Nessuno di noi era mai entrato a G. Pala (tranne Nicola, ma parecchi anni fa), tutti siamo stati d’accordo nel descriverla come inaspettatamente elaborata e suggestiva.

Miriam S.

* “Sardegna: un mondo sotterraneo” di Bartolo e Fadda

Categoria: Attività, Relazioni, Speleologia

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