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Su Fenu Trainu

ATTIVITA’: Visita e fotografia
DATA: 18 Gennaio 2004
COMUNE: Domusnovas (CA)
LOCALITA’: Malacalzetta
CAVITA’, GOLA O SENTIERO: Sa Fossa De Su Fenu Trainu
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Ermanno Pusceddu – Diego Vacca
PARTECIPANTI E GRUPPI DI APPARTENENZA:
Carlo Taccori, Marco Mattana, Alessandro Mandis, Diego Vacca, Ermanno Pusceddu, tutti GSAGS
 
Eravamo in quattro alla Little House, che pensavamo a quale scusa trovare per alzarci presto anche la domenica. Parlando di Golgo, Golghetto, Disterru Orgolesu e abissi vari, ad un tratto il Diegone Nazionale esordisce: “Andiamo a Su Fenu Trainu, no?”.
Io, che già l’ho conosciuta 1 anno fa, ho ripercorso mentalmente i 180m di bi-pozzo e le meraviglie del fondo dando subito il mio assenso. Ermanno ha aderito anche lui con tanto entusiasmo che pareva dovesse spararsi in vena tutto il Nylon delle corde che avremo usato, per il Nano c’è stato bisogno di un’opera di convincimento postuma visto che anche lui, nell’immediato e in preda ai fumi dell’alcol, si è aggregato alla ciurma ma già il mattino dopo era pentito.
E’ Mercoledì, l’appuntamento è fissato per le 8.30 di Domenica al bivio di Decimomannu sulla SS130. Tra Giovedì e Sabato, col cappello da magazziniere, riesco a recuperare una seconda corda da 100m barattandola per una da 65m disponibile in magazzino, e prendendo spunto dalla scheda d’armo in archivio allego 16 PLG, 11 anelli e 5 placchette, tre cordini, due fettucce e una sacca d’armo. Sabato spargo l’OK per l’attrezzatura a tutti i compagni e vengo a sapere con piacere che saranno dei nostri anche Ale e Stefano Lallai.
Ore 7.45 di Domenica: PacMan mi preleva ed insieme colazioniamo con Ermanno. Ore 8.30: siamo all’appuntamento io, Marchino, Ermanno, Ale Mandis e Diego Vacca…. Manca Lallator ma a quanto pare non verrà. Componiamo due equipaggi con Ermanno e Ale sul Berlingo e gli altri sulla Stilo di PacMan. Rapido Bis di colazione ad Iglesias e poi via verso S.Benedetto, ma i due in testa (Ale + Ermanno) pensano bene di farci apprezzare le bellezze del Parco sul Marganai. Diego conferma subito i miei dubbi sulla strada che stiamo percorrendo ma solo dopo aver superato le aree attrezzate, il bosco ed essere arrivati alla rifugio della Forestale possiamo sentirci liberi di fermarci e mandare a quel paese i due colleghi. Ripercorriamo a ritroso la strada ritornando a S.Benedetto e imbocchiamo finalmente la strada giusta. La vettura di Marco si presenta subito inadatta alle condizioni del manto (inesistente e pieno di sassi affioranti e buche) e con non poca difficoltà, fra gelo, pioggia e grandine, superiamo il villaggio di Malacalzetta dove individuiamo una delle case con un camino, utile per ripararci se all’uscita della grotta pioverà ancora. Superiamo anche l’ultimo tratto di strada bianca che è il più sconnesso, ma Marco lascia la guida a Diego che ha qualche anno di esperienza con il fuoristrada. Mandis, da un anno astemio di grotte, inizia a bestemmiare farneticando di spoiler che cadono e dobbiamo improvvisarci tecnici dell’ANAS per fargli superare gli ultimi 10m di strada disastrata, ma in realtà vuole trovare una scusa per non affacciarsi sul vuoto della Fossa.
A qualcuno sono brillati gli occhi nel vedere un gruppone di 20-25 cacciatori li dove lasciavamo le macchine, con la speranza che si potesse rimandare il salto nel buio causa la battuta di caccia, ma niente da fare. Iniziamo con la vestizione, qualcuno fa finta di essersi dimenticato l’attrezzatura, qualcuno l’ha dimenticata davvero, qualcun’altro si dopa (?!?) ma alle 12.45 siamo tutti e cinque sul pozzo d’ingresso con Diego che arma l’armo di testa e inizia a scendere. Diego: “Chi è il secondo”

…….. silenzio …….

“Dai scendo io” – risponde Alessandro stordito dalla Creatina – “allora portati dietro l’altra corda” – “OK”.
La luce del casco di Diego inizia a sparire nell’oscurità di quei primi 90m ed il terrore fa capolino sul volto di Mandis – “No, no, no, no… deu non ci calu!!!” – “Ma dai Ale, se vuoi scendo io prima” – gli dico io tranquillo – “ A te ti sono dimenticati di metterti un pezzo di cervello: quello della paura!!”.
Arriva il “LIBERA" di Diego ed inizio a scendere buttando sacco e culo sul vuoto mentre Alessandro ed Ermanno non riescono a tranquillizzarsi a vicenda in preda all’ansia condita da magistrali cazzate. Superati i primi due frazionamenti inizia a calarsi anche Marco che da modo di prendere ulteriore tempo e coraggio agli altri due. Arrivo sul terrazzino intermedio che Diego ha già iniziato ad armare un passamano verso l’armo del secondo salto. Gli passo il secondo sacco con la corda ed inizia a calarsi verso il fondo mentre nel frattempo arriva anche Marco. D’un tratto si sente dall’alto una voce: “OOOoooohhhhhh!!!!” e noi: “EEEeeeeehhhh???”
Ale: “NOOIIiii nn…sc…amo…”
Non volevamo crederci: “COOOSAAA?????”

Ale: “Noiiiii…..”

silenzio

Ale: “…..noonn scendiamo!!!” – “Ci vediamo dopo!!!”

Sapremo più tardi che il buon Mandis era riuscito a far andare avanti anche Ermanno, entrambi a corto di nicotina. Quest’ultimo però, una volta posizionata la longe sul primo frazionamento in cima al pozzo, è stato condizionato dalle frasi gonfie di terrore e non troppo rassicuranti del compagno e con rapidità ha appoggiato la causa del rientro alle macchine.
Superati strettoia, pioggia d’acqua e pendoli vari, in rapida successione raggiungiamo Diego sul fondo (1 ora per scendere in tre) e la grotta inizia a mostrarci le sue prime follie: già l’anno scorso avevo potuto fotografare una stranissima concrezione che aveva fatto del tappeto di carburo la sua casa. Con l’acqua che scroscia e scende copiosa sul laghetto alla base del pozzo appena disceso, ci avventuriamo verso le ampie sale cercando di far rendere al meglio il flash ed i 2MegaPixel della mia macchina digitale. I pavimenti di vaschette allagate sono bellissimi ed ottimi soggetti per le nostre tecniche improvvisate di fotografia in grotta, ma anche il candore delle colate e delle eccentriche sono favolosi. Oltre un passaggio stretto si apre, con una forma di bottiglia panciuta, la sala più grande: alla base perfettamente piana vaschette di acqua limpidissima, in alto, disposte in riga lungo una faglia, stalattiti bianche e vele grandi e colorate, ai lati colonne bianchissime che formano come cappelle per le concrezioni bianchissime che ospitano fra loro. Al vertice di questa grande “basilica” si erge una grossa colata che scende dolce sul fondo e che conclude l’immagine totale come se fosse un grande altare ricco di stalattiti, stalagmiti e concrezioni bianchissime.
Dopo aver ammirato cotal splendore prendiamo la via del ritorno e siamo fuori alle 16.00, col sole che splende, forse un po’ lenti, ma ce la siamo goduta tutta!!! Troviamo il messaggio dei due “codardi” e dopo il cambio d’abiti ci incamminiamo… nel vero senso della parola perché io e Marco alleggeriamo la Stilo arrivando a piedi oltre i punti della strada peggiori per poi risalire in auto (alla guida sempre Diego) e raggiungiamo gli altri al villaggio dove troviamo anche gli amici Fabio&Daniela e Pascal&Monica, un bel fuoco ed un buon vino. Tiriamo fino all’imbrunire ed oltre, tra salsiccia arrosto e salsicciotti affogati nelle lenticchie allietati dal rumoreggiare del mitico Pascal che chiude in bellezza con la F1!!!
Gran bella grotta, gran bella compagnia, gran bella domenica lontano dalle noie cittadine.

Categoria: Attività, Speleologia

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